Nel post precedente (puoi rileggerlo qui) ti raccontavo di qualcosa di lampante – almeno per me – emerso durante le esperienze di questi ultimi lunghi e difficili anni. Non sto parlando di SLA nello specifico.
Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.
Facciamo una breve sintesi
- Stress Ossidativo e Infiammazione cronica (o sistemica) sono alla base di una infinità di patologie di vario genere: è stato sorprendente vedere (negli studi scientifici) come tali due fattori siano quasi sempre presenti in condizioni di patologia che sia il diabete, la SLA, il tumore, il rischio cardiovascolare, la demenza, l’Alzheimer, la depressione, ecc.;
- Più hai stress ossidativo e più sei infiammato, più è probabile che il tuo invecchiamento “corra” e che insorgano patologie o si aggravino quelle già presenti;
- Stress Ossidativo e Infiammazione sistemica non sono le sole ed uniche cause dell’invecchiamento o dell’insorgenza di malattie, ma rappresentano una sorta di terreno fertile comune allo sviluppo di molte di esse;
- Ridurre stress ossidativo ed infiammazione sistemica non è garanzia di evitare rogne nè di eterna giovinezza, ma è un buon metodo per contenere quanto possibile le possibilità di ammalarsi di un qualche genere di malattia
Diversi lettori del primo articolo di questa serie mi hanno chiesto se potessi approfondire il tema. Lo farò, sempre tenendo bene a mente le premesse di cui sopra, ovvero che io non faccio lo scienziato e ti sto solo raccontando – senza pretese di verità – quello che ho capito leggendo pubblicazioni scientifiche e confrontandomi con i dottori che ho ahimè frequentato in questi anni per la malattia di mio papà.
Stress ossidativo
Potremmo definirlo come uno squilibrio tra ossidanti ed antiossidanti, che comporta un danneggiamento / logoramento dell’organismo. L’ossidazione non è di per sè un processo negativo, anzi, è fisiologico. Il problema nasce quando nel medio-lungo termine vi è un eccesso che finisce per provocare danni. Negli studi scientifici si misurano alcuni valori nel sangue per comprendere lo stato ossidativo della persona. Tra i marcatori (valori) dello stress ossidativo vi è la Malondialdeide, AOPP, il test del D-Roms. Al contrario, si è anche in grado di misurare la Capacità Totale Antiossidante del sangue, ovvero la capacità di contrastare l’eccesso di radicali liberi.
Infiammazione cronica/sistemica
Anche l’infiammazione, se non ho capito male, ha un qualcosa di fisiologico e di “utile” ed i problemi sorgono quando essa perdura nel tempo trasformandosi da acuta (ad esempio in risposta ad una infezione, qui l’infiammazione serve) in cronica o sistemica, altrimenti detta anche “low-grade chronic inflammation”. L’infiammazione cronica è – come per l’eccesso di stress ossidativo – figlia anche e soprattutto degli stili di vita: alimentazione, inquinamento, ecc.. Consultando le pubblicazioni scientifiche, mi è stato facile riscontrare come una infiammazione silente e costante sia uno dei meccanismi sottostanti l’insorgenza e progressione di condizioni patologiche. Purtroppo l’organismo umano è qualcosa di complesso, sarebbe da stupidi ritenere di sbarazzarsi di qualunque malattia – specie se già in essere – andando a ridurre stress ossidativo o infiammazione: una volta che il danno è fatto è sempre bene contrastare tali due fattori (spesso si combatte l’accelerazione della progressione), ma pensare di poter tornare indietro azzerando ossidazione e infiammazione è in molti casi (poi dipende dalla patologia, certo) un’illusione. Insomma, prevenire è meglio che curare e – quando ormai c’è da curare – non credo di dire una sciocchezza se affermo che spingere ossidazione e infiammazione al ribasso sia comunque un bene.
Quali sono gli esami da fare per stress ossidativo e infiammazione sistemica?
Sono esami che solitamente fanno nelle sperimentazioni, non sono cioè di norma alla portata di tutti. Si misura la Malondialdeide, oppure l’AOPP o il D-Roms per lo stress ossidativo, mentre per quanto riguarda l’infiammazione si vanno a cercare i valori di alcuni marker come, ad esempio: Hs-PCR, IL-1Beta, TNF-Alfa, IL-6. Qualche laboratorio privato offre alcuni di questi esami, ma ribadisco che non sono di routine e difficilmente il medico te li può prescrivere così, giusto per curiosità.
Ha senso farli?
Nelle sperimentazioni sì, perchè ci permettono di capire i fattori comuni allo sviluppo di una patologia e – magari – di individuare leve da tirare per innestare i “freni” (ovvero rendere la patologia meno veloce/aggressiva di quello che sarebbe altrimenti). Per un sano che non partecipa ad una sperimentazione penso che l’esame sia quasi sempre poco utile. Perchè? Perchè il discorso è a monte: sul contrasto a eccesso di radicali liberi ed infiammazione sistemica bisogna agire a prescindere, visto che non puoi fare gli esami ogni due settimane e non è una buona idea preoccuparsi di intervenire soltanto dopo, a frittata è fatta.
Come si contrastano stress ossidativo e infiammazione sistemica?
Che io sappia, c’è molto da poter fare ma poco che vada oltre lo stile di vita, inteso come somma tra alimentazione e modo di vivere (attività fisica, evitare abuso di alcolici e tabacco, evitare fonti di inquinamento, ecc.). C’è poi il discorso integrazione alimentare per me preziosissimo e di cui sai che io sono appassionato, ma questo fa comunque parte della già citata alimentazione. Ah, per quanto io ami gli integratori (o meglio: alcune integrazioni) ti dico candidamente che se pensi di condurre una vita sregolata, mangiare schifezze e poi compensare con l’effetto antiossidante pur dimostrato della curcumina (per dirne una), allora sei fuori strada. L’integratore è un alleato secondo me importante, ma non è una pozione magica che cancella i risultati di uno stile alimentare e di vita sbagliato. Cerca armi ulteriori, se proprio, ma non scorciatoie: non funzionano.
La difficoltà di prevenire
Non mi ricordo a proposito di cosa, ma sentivo medici parlare delle difficoltà della prevenzione e penso che quel discorso si possa tranquillamente riproporre a questo contesto. La prevenzione si fa nell’immediato e i risultati si vedono nel lungo termine, da qui la difficoltà di condurre uno stile alimentare e di vita corretto. Un esempio? Se mangi pasta, pizza, focacce e brioche ogni giorno, probabilmente domani non ti accadrà un bel nulla di male, e così pure dopo-domani. Il diabete ti potrebbe venire più avanti, e così il suo contrario: non è che bere centrifugati di verdura ti dia un beneficio tangibile da domattina. Non te ne accorgi a occhio nudo, ma puoi percepirne l’importanza solo capendo i meccanismi sui quali stai agendo, e ciò non è immediato.
Un consiglio
Questo vale per tutto: se hai capito i meccanismi di cui ti ho parlato, informati (con la tua testa e da fonti attendibili!) e – se ho ragione – agisci per limitare oggi i danni che potresti riscontrare più avanti. Ricorda, è sempre questione di probabilità: fare le cose per bene non ti dà la garanzia di non ammalarti, lo rende però molto meno probabile. E non è poco, credimi.