Sui social ho ricevuto un po’ di domande al mio ultimo articolo ed ho promesso che avrei risposto in blocco ai quesiti finora ricevuti. Si tratta naturalmente di opinioni personali pertanto prima di leggere non saltare le righe qui sotto, in rosso.


Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.


E ora veniamo alle risposte, per quello che possono valere.

D: Ciao Nick, sto facendo anch’io cura e flebo per questi metalli pesanti, quindi non ha senso, alla fine li facciamo girare ma restano sempre dentro? R: Premesso che non so sulla base di quali esiti fai la terapia, nè conosco il tipo di terapia, la risposta è no, non restano dentro e l’esito di mio padre dimostra che sta proprio espellendo. Semplicemente ne ha così tanti che – dopo 15 cicli di terapia – ne espelle ancora in grandi quantità. Questa penso sia l’ipotesi più plausibile e confermata dai ricercatori cui mi sono rivolto.

D: ma questi metalli si rigenerano? Dopo la terapia almeno sta meglio? R: che si generino da soli metalli nel corpo umano la vedo difficile, i valori dell’esito che rilevano un aumento indicano un crescendo della quantità di metalli espulsi, segno che i meccanismi di detossificazione funzionano e soprattutto che è pieno fino al midollo (nel vero senso della parola), quindi per toglierli serve tempo. Se sta meglio, ora che presumibilmente ne ha tolti un po’? Calcolando che abbiamo iniziato a chelare quando era già in condizioni fisiche gravi, è impensabile che rimuovere metalli possa rigenerare motoneuroni già andati. Bisogna sempre considerare questo dettaglio per evitare ragionamenti grossolani ed illusioni che porterebbero fuori strada.

D: Scusa ma una persona sana o con altre patologie che valori ha? Sono state fatte comparazioni? Non è che li hanno tutti?? R: certamente! Non vivendo in montagna in luoghi incontaminati, siamo tutti esposti ai metalli pesanti. I valori che ha mio padre sono altissimi, secondo i ricercatori di una grossa università italiana che hanno paragoni con altri malati e con sani. Per quel poco che posso dire: un sano ha valori ben diversi da mio padre. Infinitamente diversi. In uno dei prossimi articoli approfondirò la questione, credo di avere qualcosa di interessante in tal senso.

D: una delle teorie che ho sentito è che i metalli vengono chelati dalla periferia verso il sistema nervoso centrale. Mi spiego: un funzionamento tipo vasi comunicanti, prima vengono chelati i metalli periferici che, uscendo, cedono posto a quelli del sistema nervoso centrale che, ad un certo punto, migrano verso la periferia (e quindi si svuota il sistema nervoso centrale) e da li poi vengono chelati. Ho letto di persone che hanno visto i valori scendere fino quasi a normalizzarsi e poi, ad un certo punto, avere un’impennata. Continuando (ma complessivamente varie decine di chelazioni) hanno poi raggiunto valori normali. R: quello che dici ha un senso e non mi sento di dire il contrario. Va solo aggiunto che malati del genere hanno una barriera ematoencefalica non certo molto integra, il che consente a certi chelanti – di cui si dice che non penetrino nel SNC in linea di massima – di oltrepassarla tranquillamente e quindi di chelare anche dal SNC.

D: secondo me quest’inquinamento è alla radice della SLA, vista la sua diffusione e aumento di casi. R: i metalli sono indiziati da un bel po’ nella patogenesi delle malattie neurodegenerative. Che poi siano la causa o una concausa, un fattore scatenante o una componente della cosiddetta multifattorialità è ancora da stabilirsi. Ma potrebbe non esistere una risposta, visto che ogni singolo caso di SLA potrebbe essere a sè, ovvero con un paniere di problemi sottostanti differenti e con peso specifico diverso.

Per ora è tutto, fino al prossimo post!


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