Sono sempre stato credente e pure un discreto praticante ma, da quando la SLA di mio padre si è incattivita, la messa domenicale me la sono proprio dimenticata (prima vi partecipavo spesso, anche se non sempre, mea culpa). Dio mi perdoni, dico sul serio, già dedico gran parte di ogni mia giornata a mio papà – senza ferie, weekend, feste – se la domenica andassi pure in chiesa non avrei nemmeno 2 ore per fare la spesa ed alimentarmi. Durante la settimana – lo immaginerai – oltre all’assistenza devo anche lavorare, se la spesa voglio pagarla e non procurarmela mediante furto con destrezza. Così ti ho spiegato perchè – mio malgrado – non pratico più come un tempo.

E sul credere? Mi duole ammetterlo – non sai quanto! – ma credo sempre meno. Tu dirai: “Dovevi aspettare che una disgrazia piovesse in testa a voi, per accorgerti che aver fede è difficile?“. No no, la fede non ha iniziato a vacillare PER la sfiga piovutami dal cielo (fosse stato per le sfortune, Dio avrei dovuto abbandonarlo da un bel pezzo). Semplicemente da lì mi sono fatto ancor più domande, le cui risposte non sono granché rassicuranti. Lo dico con dispiacere, ti assicuro che preferirei vivere con la granitica convinzione di un Dio che da lassù ci protegge (?), ci sostiene (?) e ci attende a braccia aperte per una vita eterna e riparatrice (?).

Sai che non riesco più a pregare? Mi sembra di recitare formule vuote, imbarazzanti, a tratti persino grottesche. Lo so, sto usando parole dure per rappresentarti il mio pensiero, per quel poco che possa interessarti. Sono parole amare, certo non di scherno.

Eppure qualcosa mi è rimasto, poi vai a capire se sia fede propriamente detta o quella paura della morte come evento finale e senza appello della vita, che fin dagli albori dell’umanità ha spinto a cercare un appiglio celeste per placare le inquietudini più profonde dell’anima. Non volendo fare una dissertazione sul tema “La fede – tale o presunta – di Nick The Quick“, passo oltre.

Cosa voglio dirti, con tutto ciò? Beh lungi da me dare insegnamenti agli altri, posso solo raccontarti l’esperienza di questi lunghi anni. Il rapporto con Dio è cambiato, lo avrai intuito: credo poco, a Lui non riesco più a rivolgermi. Non ho nulla da dirgli, figuriamoci da chiedergli. Eppure dentro di me è come se avessi… più che cancellato… sostituito le preghiere con il “fare”. Ho capito che “fare” e “dare” fa molto più che “pregare”. Non so se questo possa ascriversi al “comunicare con Dio”, ma è come se avessi stabilito inconsciamente una via diversa di comunicazione con Lui: basta preghiere e formule, meglio “fare”. Non prego per mio papà, non più, ma sto con lui ogni giorno a sporcarmi le mani di merda, torno a casa sudato e felice, sapendo di aver dato tutto. Se c’è una partita dell’Inter, eccomi in ospedale in anticipo rispetto al solito orario quando magari avrei potuto starmene per i fatti miei ancora un po’, mando a casa mia mamma a riposarsi e sto con lui accontentandomi di intuire le reazioni dei suoi muscoli facciali in base alle azioni di gioco.

Fatico anche a pregare per gli altri. La SLA ha portato tante nuove amicizie nella mia vita, preferisco dedicare 5 minuti e scrivere a questi nuovi amici, farli ridere o dare una parola di conforto. Guai a scambiare questo mio scritto come una tirata d’orecchie a chi si raccoglie in preghiera o passa 3 giorni in un pellegrinaggio organizzato: ognuno vive la fede come meglio sente e io non sono nessuno – proprio nessuno – per fare la morale. Figurati! A parte gli ultimi anni, dove ho commesso meno peccati di Maria Vergine (non per merito, è mancato proprio il tempo per peccare anche volendo), rimango ben lontano dall’essere un santo.

Questa tragedia di vita a 360 gradi ha cambiato la mia fede – e chissà se è fede – rendendola più rustica, più pragmatica e meno spirituale. A Dio non chiedo e non parlo, “faccio” e spero che questo mio piccolo-grande “fare” impreziosisca il curriculum quando scoccherà la mia ora del giudizio. E se non ci sarà nessuno a guardarlo, quel curriculum? Beh… amen! Saprò che almeno ho fatto, finché avevo benzina in corpo.

La cosa singolare? Adesso è mercoledì mattina, ti scrivo direttamente dal pc del comodino che ho nella stanza di mio papà in ospedale. Più o meno alla metà della stesura di questo post ha bussato alla porta il parroco che frequenta la struttura (bravo prete e brava persona): viene sempre di sabato o domenica, oggi per caso passava – per giunta di mattina – ed è entrato a salutarci e a recitare una preghiera, proprio mentre io stavo partorendo questo articolo. Che sia un segno da Lassù? 😀 Non un’ammonizione spero, ma non credo: la visita del don è stata positiva. Ora, per non sfidare l’ira divina, mi fermo prima che da Lassù cambino idea ed inizino a mandare fulmini e saette, al posto del prete. Non dimentichiamo che il Dio del Vecchio Testamento, pur onnipotente e buono, era anche parecchio incazzoso.

Ho voluto condividere alcune riflessioni con te che mi leggi, senza pretese. Mi auguro di non aver offeso la sensibilità di nessuno, e che se un Dio c’è possa anche essersi fatto una risata dove l’ho tirato in ballo, senza malizia.

E il tuo rapporto con la fede è cambiato dopo la malattia, tua o di un tuo caro?

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4 Comments

  1. Preghiera o Ricerca? Questo era anche il mio il dilemma.
    Antibiotico resistenza o altre cause?

    In presenza di una moltitudine di microbi questi creano un ambiente dove vivere chiamato biofilm. Il biofilm e’ la loro casa-protezione che li rende isolati e quindi invisibili al sistema immunitario.
    Il biofilm è pieno di zucchero e proteine. Ne deduco che sia il loro cibo.
    Il biofilm e’ impermeabile agli antibiotici! Risultato? Malattie croniche che possono portare alla morte.

    Se nell’espettorato ci sono microbi e funghi lo stesso espettorato e’ il biofilm.
    L’antibiotico non potendo entrare nel biofilm non fa effetto ma non per il classico motivo tirato in ballo dai medici e cioè antibiotico resistenza.
    Bisogna prima sciogliere questa struttura impermeabile e poi uccidere i microbi.

    Domanda da mille euro.
    Esistono sostanze in grado di sciogliere il biofilm? Stevia, olio di origano ed estratto di semi di pompelmo.
    Cercare: Borrelia burgdorferi; Stevia rebaudiana; antibiotic resistance; biofilms.
    Cercare : Relazione lyme regione Lombardia.

    E per chiudere in bellezza e’ stata pure verificata la azione anti biofilm dell’argento colloidale. Un’altra importante info che andrà nel mio bagaglio medico culturale.

    Scacco Matto! Indirizzato ad una certa ministra ex della sanità italica che ha vietato l’uso interno del AC.

    P.s. Tutte queste info le ho scoperte partendo da un test chiamato Western Blot.
    Un’ora del mio tempo dedicata alla ricerca anziché alla preghiera.

    Saluti
    Nex

    1. Grazie Nex, sì anche io sto cercando di andare giù di sostanze naturali contro il biofilm, tra cui la stevia che tu giustamente menzioni.

      1. Di nulla!
        Usa anche l’aglio che è un ottimo antibiotico, 5 spicchi crudi al mattino.

        Nex

  2. Sappi che mi piace…Assai….!

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