SLA e Metalli Pesanti

Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.


Pubblicato su SLAffanculo.it
12 settembre 2016
categoria SLA e Metalli Pesanti

Dosaggio di Metalli Pesanti nelle urine in pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica e confronto con soggetti sani – Uno studio autista

(già studio “pilota” mi sembrava troppo)

Nick TheQuick – Dipartimento di Scienze Fai Da Te Prima Che Sia Troppo Tardi o Almeno Provaci e Spera
In Dio

Università del Datti Una Mossa e Svegliati Che Se Aspetti Gli Altri Stai Fresco Già In Partenza


Obiettivo: seconda indagine dopo la prima pubblicazione (link) con ampliamento del campione per valutare il carico di metalli pesanti in 5 pazienti affetti da Sclerosi Laterale amiotrofica e 3 soggetti sani sottoposti a test di chelazione ed a successivo dosaggio di metalli tossici presso laboratorio di tossicologia.

Introduzione: i metalli pesanti sono oggetto di discussione da decenni in relazione al possibile ruolo nelle patologie degenerative e a carico del Sistema Nervoso, data una tossicità e neurotossicità ampiamente dimostrata negli studi scientifici a disposizione. Gli effetti neurotossici dei metalli pesanti sono stati associati anche a gravi patologie neurodegenerative quali Morbo di Parkinson, Morbo di Alzheimer, Sclerosi Multipla, Autismo e Sclerosi Laterale Amiotrofica. Alcuni di essi vengono stabilmente presi in considerazione durante il percorso diagnostico differenziale (specialmente l’avvelenamento da piombo).

Materiali e Metodi: sono stati arruolati nello studio 5 pazienti SLA e 3 soggetti sani. Tutti gli 8 soggetti sono stati sottoposti a test di chelazione con successiva raccolta delle urine, poi inviate oltreoceano, per determinare il dosaggio dei metalli tossici eventualmente escreti post-test.

Risultati: vedi grafico. Quando ad un metallo non è associata alcuna barra orizzontale, non sono stati superati i limiti consentiti. Al contrario, quando al nome di un metallo corrisponde una barra (anche quando minima) significa essere al di sopra del valore massimo del range (indicato nel grafico come 100%: i valori oltre il 100 sono oltre la soglia).

metalligrafici

Discussione: fatte le debite considerazioni su SLA e Metalli Pesanti già postate in questo articolo (link), è facile notare come i pazienti SLA presentino valori di piombo mediamente molto al di sopra del limite consentito. Anche il cadmio, pur in proporzioni differenti, è fortemente presente nelle urine dei pazienti affetti dalla malattia. Merita discussione a parte il gadolinio, impiegato come mezzo di contrasto in alcuni esami specifici (risonanze magnetiche). Se da un lato è facile comprendere come soggetti malati siano stati esposti al gadolinio durante l’iter diagnostico, dall’altro – invece – il risultato pone seri interrogativi sulla capacità dell’organismo di liberarsene nel giro di poche ore (così dovrebbe essere, in teoria), pur con funzionalità renale regolare. Molti dei pazienti esaminati ne risultano intossicati a mesi ed anni di distanza, anche se non è certo il gadolinio a poter essere sospettato di compartecipare all’insorgenza della malattia vista la sua somministrazione ex post – e non ex ante – rispetto all’esordio dei sintomi. La questione merita comunque approfondimenti, dati i dubbi sulla tossicità della sostanza.
Dei 5 malati esaminati, uno solo  – maschio, 62 anni, Sla ad esordio bulbare a rapida progressione – riporta nelle urine altissimi livelli di altri metalli (bario ed anche tungsteno, quest’ultimo da un esame successivo) oltre ai due già menzionati (piombo in primis, e cadmio); il medesimo soggetto presenta anche i più alti livelli di gadolinio (13.800% rispetto al massimo consentito). Tale dato potrebbe non essere casuale: il paziente non è stato sottoposto a più esami con mezzo di contrasto rispetto agli altri soggetti, eppure risulta il più intossicato dallo stesso (e da altri metalli). Ciò consente di ipotizzare un difetto nei naturali meccanismi di detossificazione, deficit a seguito del quale – negli anni – i metalli pesanti entrati a contatto con l’organismo potrebbero non essere stati espulsi a dovere, sino a portare all’accumulo che può aver contribuito (in maniera decisiva?) all’insorgenza della SLA.

Nei 3 soggetti sani non risultano livelli allarmanti di metalli pesanti. Si segnalano presenze di piombo, cadmio ed arsenico che – anche quando al di sopra dell’estremo superiore del range – paiono del tutto compatibili con l’esposizione fisiologica della vita moderna.

Conclusioni: nel campione esaminato (estremamente ridotto, va detto) si confermano elevati livelli di piombo e cadmio nei pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica. In futuro sarà necessario ampliare il campione e considerare a fini statistici l’età dei soggetti esaminati.


Per comprendere meglio quanto ti sto raccontando puoi (ri)leggerti tutti gli articoli della categoria metalli pesanti.

Il mio secondo piccolo studio semi-serio su SLA e Metalli Pesanti finisce qui. Con i dati a disposizione non potevo fare di meglio: naturalmente non sono un medico e quello che hai letto fin qui è solo un modo per presentarti quanto ho trovato, senza alcuna valenza medico-scientifica.

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