SLA e vitamina D – Il 21 agosto 2015 scrivevo un post sulla vitamina D in relazione alla Sclerosi Laterale Amiotrofica, articolo che puoi trovare cliccando qui.


Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.


Nel frattempo sono stati pubblicati altri studi sul tema ed il risultato è un bel punto di domanda. Sì, poichè praticamente ora abbiamo tutte le risposte possibili: la vitamina D nella SLA fa bene, anzi fa male o, forse, è semplicemente ininfluente.

Tenendo ben presente che la vitamina D non è un giocattolo e che è altamente sconsigliabile il fai-da-te (nel mio post già ti parlavo di possibili complicanze o effetti collaterali anche seri), la questione si fa sempre meno nitida.

Traduco dall’inglese le conclusioni degli studi che – a mio modesto parere – ho ritenuto più significative.

SLA e vitamina D

Nel 2014 troviamo: “l’evidenza ci dice che la vitamina D colpisce più meccanismi coinvolti nella SLA e pertanto può rappresentare un valido approccio terapeutico“.

Nel 2015 un’altra pubblicazione sostiene che “sorprendentemente, a più alti livelli di vitamina D (in pazienti SLA) corrisponde un effetto negativo sulla prognosi“. Quindi più ne hai, e peggio è.

Nel 2016, invece, si afferma che “il deficit di vitamina D è un fattore di rischio associato alla progressione della malattia“. Meno ne hai, e peggio è. Il contrario di quello precedente, insomma. Sempre nello stesso anno, altri ricercatori hanno sancito che “la vitamina D non incide sulla prognosi del malato di SLA“; stavolta senza infamia e senza lode.

Nel 2017 di studi in proposito ne vedo un paio su tutti. Il primo evidenzia ancora una certa utilità del colecalciferolo: “chi ha meno vitamina D non se la passa meglio di chi ne ha di più“, mentre il secondo – italiano e recentissimo – spiega che “trattando alcuni ammalati di SLA con alte dosi di vitamina D non si sono riscontrate differenze rispetto al gruppo di pazienti a cui non è stato somministrato l’ormone“. Per questi, praticamente, non fa un fico secco.

Come vedi nell’arco di qualche anno la matassa su SLA e vitamina D non è stata dipanata, anzi, sono state toccate tutte le ipotesi e con indicazioni in ogni senso.

Non sono un medico, quindi figuratevi se posso avere le idee chiare e consigliare qualcosa. Anzi, me ne guardo bene. Del resto questo blog serve solo a chiacchierare di esperienze ed idee, non è certo il posto giusto per trovare informazioni qualificate, ricordalo sempre.

Tanto ti dovevo. Alla prossima! Ah, se questo articolo ti è piaciuto e se pensi che merito un sostegno, leggi la scritta in rosso qui sotto.


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