SLA e TDP43 – Rimuovere la proteina TDP43 – ove presente – è un bel “goal” (obiettivo) di tutti i ricercatori del mondo che si occupano di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Questa proteina è spesso presente – non sempre! – come marker della malattia, accumulandosi in aggregati tossici che concorrono alla morte dei neuroni motori. Chi legge un po’ di documentazione sulla SLA ne avrà senz’altro sentito parlare. Avere troppa TDP43 “mislocalizzata” è una sfiga importante, non c’è che dire. Impedire che tali aggregati si formino, o diminuirne le formazioni, è invece una sfida importante.


Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.


Da buon appassionato del tema – per necessità – leggo ormai più gli studi ufficiali sulla SLA che le notizie sull’Inter. Il mese scorso non ho potuto non notare un lavoro su SLA e TDP43, senz’altro molto acerbo, che però sembra una figata pazzesca; a pubblicarlo sono l’Università del Sud Carolina (Usa) e l’Università del Quebec (Canada). Hanno preso un topo con SLA con accumuli di TDP43 nel midollo spinale e nel cervello, se ho capito bene, e gli hanno somministrato una pianta del piffero… che però qualcosa di grosso l’ha fatto.

SLA e TDP43

Cito quasi testualmente:

The treatment ameliorated their motor performance on rotarod test and cognitive function assessed by the passive avoidance test.
Il topo ha migliorato le performance sulla ruota, quella in cui ci corre dentro, e pure le capacità cognitive. Wow!

Microscopy examination of tissue samples revealed that Ashwagandha treatment improved innervation at neuromuscular junctions, attenuated neuroinflammation.
Hanno esaminato il tessuto al microscopio, vedendo che quella cazzo di pianta ha migliorato l’innervazione (che è il contrario della denervazione che tutti ahinoi conosciamo) e attenuato l’infiammazione dei neuroni. Il che è tanta manna.

Remarkably, Ashwagandha treatment reversed the cytoplasmic mislocalization of hTDP-43 in spinal motor neurons and in brain cortical neurons of hTDP-43A315T mice and it reduced hTDP-43 aggregation.
Da notare che la stessa fottutissima pianta ha “reversed” (invertito) la mislocalizzazione della TDP43 nei motoneuroni spinali e nei neuroni corticali, riducendone l’aggregazione. Qui ci sta un “Ellamadooooonna“, in stile Renato Pozzetto.

These results suggest that Ashwagandha and its constituents might represent promising therapeutics for TDP-43 proteinopathies.
Visto quanto sopra, si conclude che la pianta rappresenta una promettente terapia per quelle malattie che hanno in comune i problemi della proteina TDP43.

Il nome della pianta è – lo avrai intuito – Ashwagandha. Fermo lì: non è un giocattolo e non pensare di prenderla a naso, un tanto al chilo, sperando di rimetterti a correre dopo 2 settimane. Ti illuderesti e rischieresti di combinare casini. Il mio post è scritto semplicemente per raccontarti di una sostanza che mi ha colpito, leggendo gli ultimi studi. Da qui a dire che funzionerà sull’uomo ce ne passa e, soprattutto, non posso essere io a dirlo o a saperlo.

Ce n’è poi un altro sempre in tema di SLA e di sta pianta, di gennaio 2017. Hanno usato il principio attivo in quella diavolo di mosca in cui simulano la SLA familiare (quella col SOD1 che fa le bizze) e anche qui la cosa mi è parsa spassosissima. Senti che dicono:

treatment significantly increased lifespan of hSDO1
Il trattamento ha significativamente aumentato la vita della mosca. Non l’avrà guarita, ok, ma meglio che un pugno in un occhio.

Finally, mitochondrial alterations were any more present
Porca vacca! Gli ha rimesso a posto i mitocondri? Anche questo non sarebbe poco!

Ma vediamo che fa l’Ashwagandha, più in generale. Dunque, è antinfiammatoria, supporterebbe il sistema immunitario, è uno scavenger di radicali liberi (scavenger significa che li prende e li sbatte fuori, per farla breve), inibisce l’apoptosi dei neuroni, è “GABAergica” il che significa che potenzia l’amminobutirrico o qualcosa del genere e ti fa stare più calmo e rilassato, favorendo pure il sonno. Occhio perchè fa altre cose – che non sono necessariamente dei mali ma sulle quali non si può scherzare – come ad esempio aumentare il testosterone o deprimere il diaframma a certe dosi (questo sì, è un male). E c’è altro ancora! Insomma, quando si ha una patologia seria meglio non improvvisare giusto perchè lo hai letto su un blog di un incompetente che racconta – a suo modo – quanto ha capito di qualche studio scientifico preliminare. Io ti ho avvisato! E poi non è detto che, sei hai la SLA, hai per forza dei problemi alla TDP43.

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3 Comments

  1. salve mi chiamo antonella e sono affetta da sla da circa 2 anni .
    ho letto con molto interesse dei risultati ottenuti con l’uso di una pianta denominata : Ashwagandha
    Vorrei chiedere se avete idea della dose giornaliera ottimale per poterla utilizzare.
    Io ho notato che molto spesso quando ne parlo con i medici specialisti circa l’uso di un determinata sostanza non medicinale
    fanno tutti orecchie da mercanti o additrittura negano circa i possibili benefici.
    Ecco perche ho pensato di rivolgermi a voi.
    Vi sarei molto grata se poteste aiutarmi a capirne di piu’

    Distinti saluti

    antonella sforzin

    1. Purtroppo i medici non hanno torto: si tratta di studi preliminari che non hanno ancora dimostrato sicura efficacia nell’ uomo. Io personalmente ne uso 2 o 3 grammi al giorno. Ma non sono un medico e non posso certo dire se il prodotto è adatto a te e a quale dosaggio. Può ovviamente anche avere effetti collaterali. Il mio è quindi un parere personale e senza valenza medica, sia chiaro.

      1. grazie 1000 per la risposta .
        antonella

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