SLA e stress ossidativo – Faccio un salto indietro a gennaio 2015, purtroppo la malattia continuava – come sempre – il suo rapido cammino. Eravamo nel bel mezzo delle terapie anti-infezione e speravamo che ciò potesse dare un segno di inversione di tendenza. Visto che non sono un illuso nè uno sprovveduto, ho continuato a pensare anche alla SLA stessa, e mio padre pareva proprio averne una di quelle che ruggiscono. Ragionando di SLA cercavo di capire quali fossero quei fattori che danno origine alla cosiddetta “malattia multifattoriale”. A trovarli non ci vuole granchè, e si sa che uno dei principali problemi riscontrati è un elevato stress ossidativo che contribuisce alla sclerosi dei motoneuroni. Lo stress ossidativo è il danno prodotto dall’eccesso di radicali liberi (detti anche ROS). Cosa sono, questi ultimi? Non sono un medico, ma penso di aver capito che essi siano il prodotto di scarto delle nostre reazioni metaboliche che fisiologicamente danno origine a tali molecole. Oltre all’aspetto fisiologico possiamo anche noi stessi influenzare la quantità di radicali liberi nel nostro organismo, ad esempio con uno stile di vita stressante o con l’alimentazione sbagliata, magari ricca di cibi che promuovono l’ossidazione e povera di nutrienti antiossidanti.
Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili su SLA e stress ossidativo e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.
Siccome da almeno 6 mesi avevamo capito che si stava mettendo male, avevo costretto mio padre ad un radicale cambio di alimentazione ed avevamo iniziato ad andarci giù pesi con gli integratori che ritenevamo utili. Mezzo anno dopo – quindi a gennaio 2015, per l’appunto – mi addormento per alcune notti con l’idea fissa in testa di capire quanti dannati radicali liberi si stessero aggirando per l’organismo di mio padre e mi metto a cercare che cavolo potevo fare per averne un’idea, quando… bingo! Mi viene in mente che su Telecolor (l’emittente conosciuta quasi per scherzo, grazie al mitico Dott. Mozzi) avevo visto un altro medico in passato, uno che sembrava saperne di stress ossidativo, danno mitocondriale e tutti quei brutti casini. Ricordavo anche che parlava di due esami in particolare, uno era tipo CD-ROM o qualcosa del genere, l’altro era una sorta di TAC, PAC, BIP BIP (come il veloce uccello del famoso cartone) o forse BAP; mi armo di pazienza e ne trovo i contatti. Gli telefono, gli spiego che ho apprezzato i suoi interventi in trasmissione riguardanti lo stress ossidativo e gli dico che – ahinoi – nella nostra famiglia è piombata una SLA, bulbare e per giunta incazzatissima. Il tipo è sveglio e pragmatico e mi consiglia i due test che ricordavo. Non li effettua la sanità pubblica – almeno non di norma – e bisogna contattare un qualificato laboratorio privato che analizza un normale prelievo del sangue, costarono un centinaio di euri in tutto. Ti spiego di che si tratta.
Esami per SLA e stress ossidativo
D-ROMS: questo misura la quantità di radicali liberi nel sangue, quindi comunica il valore dell’ossidazione al momento del prelievo;
BAP: sta per biological antioxidant potential e misura qual è la capacità del tuo sangue di far fronte all’ossidazione.
Insomma, penso il concetto sia chiaro: il primo ci dice quanti sono i nemici, il secondo quantifica gli alleati. Ho ritenuto che sapere quale fosse il livello di radicali liberi dopo 6 mesi di dieta, antiossidanti e integratori potesse essere un bel dato su cui ragionare. Non avevo però un termine di paragone con il periodo precedente al piano d’attacco – visto che “non sono nato imparato” e ho studiato pian piano – ma pazienza. Trovo il laboratorio e vado là con due provette colme, mi dicono che servono 15 giorni e poi il referto me lo mandano via mail. Passate le due settimane ricevo la tanto agognata notifica col PDF allegato. Apro.
Oh questa sì che è bella. Mentre il BAP sta più o meno nel mezzo come mi aspettavo, il D-ROMS (che dei due era certamente il più significativo) segna un numero privo di senso. Strabuzzo gli occhi, e cerco di ragionare. Niente da fare, non me lo spiego, non capisco se devo essere contento o meno. “Mannaggia a me…” – esclamo – “…quando mai non l’ho fatto prima di iniziare, e ora mi ritrovo senza il valore di confronto!“. Tengo in tasca l’esito e inizio una ricerca furibonda: devo capire se qualche paziente SLA si è mai misurato i radicali liberi, per avere una cribbio di idea. Digito in tutte le lingue, partendo dall’italiano e non trovo un fico secco. Inizio a maledirvi benevolmente uno ad uno, “ce ne fosse uno che fa qualcosa, apre una strada e la condivide, figuriamoci!” (lo dicevo col sorriso, yi prego non fraintendere). Cambio lingua e cerco di intercettare gli americani che sono piuttosto svegli. Niente. Chiedo direttamente a un gruppo di pazienti USA abbastanza illuminati, ma che si stanno arenando nei tecnicismi e non ne escono più. Beh, manco mi hanno cagato, perdono secoli dietro al gene dell’Alipoproteina allele 4 senza capirci una mazza (probabilmente è il fascino di poter dire “Alipoproteina allele 4“, in effetti fa figo) e non si misurano lo stress ossidativo che lo fai con un prelievo e sul quale puoi in qualche modo intervenire subito; incredibile!
SLA e stress ossidativo
Insomma, ci sarà pure un qualcuno che ha misurato nei pazienti SLA i radicali liberi! Trovato, ed è una figata! Uno studio recentissimo, per giunta italiano, su SLA e stress ossidativo dove hanno preso un po’ di pazienti affetti da neurodegenerative (Multipla, Amiotrofica, Parkinson e Alzheimer) e gli hanno dosato i radicali liberi ex ante e dopo 3 mesi di una terapia antiossidante. Che culo, eh? Praticamente, leggendo lo studio avrei dovuto avere dei dati stra-interessanti, e c’erano sul serio. La prima cosa che ho fatto – prima ancora di leggere i numeri – era quella di cercare di capire se si trattasse del medesimo test che avevo fatto fare io oltre che della stessa unità di misura, altrimenti da buon diplomato al classico sarei andato nel panico a fare conversioni tra chissà quali unità. Come dice Jerry Calà… “libidine, doppia libidine“: stesso identico esame (D-Roms) e stessa unità di misura. Che volevo di più dalla vita? Oddio, qualche idea ce l’avrei, ma proseguiamo con ciò che dice lo studio, vado al sodo e snocciolo i dati.
PRIMA DEL TRATTAMENTO ANTIOSSIDANTE
– Radicali liberi nei soggetti sani (controllo): 325, è un valore di stress ossidativo moderato
– Radicali liberi nei soggetti malati: 450, un valore che sta nella fascia di stress ossidativo altissimo
DOPO IL TRATTAMENTO ANTIOSSIDANTE (3 mesi di trial)
– Radicali liberi nei soggetti sani (controllo): da 325 a 275, stress ossidativo medio-basso
– Radicali liberi nei soggetti malati: da 450 a 320, ovvero moderato. Non c’è che dire, un bel risultato!
Finalmente ho dei dati, per poter intuire se il mio “protocollo” per SLA e stress ossidativo avesse dato frutti o meno dopo 6 mesi di dieta, integratori e antiossidanti (mai in dosi eccessive, antiossidare va bene, esagerare no).
Una volta compresi, letti e riletti per dieci volte i dati del trial, ho reagito più o meno così:
Lo stress ossidativo di mio papà era a 217 – sì, duecentodiciassette/00 – cioè aveva meno radicali liberi di un sano che ha fatto la terapia antiossidante! Te lo ribadisco: gli ammalati di SLA e altre neuro avevano uno stress ossidativo sui 450, i sani circa 330 e mio papà – con la SLA bulbare, mica un raffreddore – grazie a dieta ed integratori stava a 217!
Tenendo presente che la scienza ufficiale ci dice che:
It is evident that multiple mechanisms, including oxidative stress, contribute to ALS pathogenesis.
Markers of oxidative stress (OS) are associated with disease progression.
…capisci che quanto ottenuto non sarà la panacea di tutti i mali, ma direi che ha il suo bel perchè.
Beh, peccato che nella SLA il problema dello stress ossidativo sia noto ed importante, ma non l’unico.
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Ciao il mio stress ossidatio è a 370 e nonostante prenda alcuni integratori da 1 anno è ancora cosi alto potresti dirmi come ti sei mosso per farlo abbassare cosi tanto? Grazie
Ciao Giulia e complimenti, 370 nel D-ROMS non è certo un cattivo valore. Soffri di qualche patologia? Se sei sana, non è necessario abbassarlo ancora di molto, poichè un minimo di radicali liberi sono fisiologici e per così dire necessari: azzerarli sarebbe difficile e probabilmente controproducente. Fatte le debite premesse, provo a risponderti. La prima strategia antiossidante è quella di NON-OSSIDARE. Sembra banale, ma tant’è. Un’alimentazione corretta, che limita alimenti infiammatori ed ossidanti privilegiando quelli che fanno l’opposto, è il primo punto crucciale dell’anti-ossidazione. Oltre a questo, è corretto assumere qualche buon antiossidante, senza esagerare (specie se sei in salute). Tieni presente che nel caso di cui parlo, lo stress è stato abbassato “così tanto” ad un paziente con una delle malattie peggiori quanto ad ossidazione, il risultato è quindi fantastico da quel punto di vista. Il segreto? Dieta rigorosa (Dieta Mozzi con tendenze alcaline), 3 succhi di verdura fresca al giorno, integratori antiossidanti il più possibile naturali. Spero tu abbia già letto il regolamento del sito, in caso contrario ti informo che non sono un medico, pertanto la mia risposta vale solo come scambio di riflessioni: non ha valenza medico scientifica e per modificare la tua dieta e valutare integratori antiossidanti, è bene che ti rivolgi ad un professionista accreditato.
V.G. mi chiede: “utilizzi sempre antiossidanti o a cicli? Lo chiedo perchè i radicali liberi dell’ossigeno sono anche quelli che ci aiutano a distruggere i patogeni, nonché le cellule tumorali… vengono prodotti durante la fagocitosi proprio come meccanismo di difesa. Tanto che se non vado errata, c’è uno studio recente che dimostra come l’assunzione di antiossidanti in soggetti affetti da neoplasia sia in realta controproducente. Che ne pensi?”
Risposta:
domanda intelligente e risposta è difficilissima, per me che non sono un medico. Provo a darti il mio parere, sulla base di ciò che ho capito, ma non è un parere qualificato, come ben sai. E’ vero che un eccesso di antiossidanti è pro-ossidante, ottenendo cioè l’effetto contrario, ed è vero che c’è qualche studio che lo dimostra. Che io sappia, chi fa le cose con un po’ di buonsenso non corre rischi. Gli studi che hanno messo in luce problemi sono quelli sui multivitaminici e antiossidanti vari di origine sintetica, io sto quanto più sul naturale, anzi su integratori “alimentari”. Certo, esagerare non è detto sia un bene. Io ad esempio stacco un giorno a settimana, per mio padre invece non stacco mai, ma faccio una sorta di rotazione e comunque rimanendo sulle sostanze naturali. E’ vero che in vitro pure troppo resveratrolo è pro-ossidante, quindi i dosaggi hanno senso ed esagerare no. Quando assumo qualcosa, vado a leggere tutti gli studi che trovo su soglie di efficacia, valori di tollerabilità, soglie di tossicità. Questo per dire che l’importante è essere informati bene, con l’aiuto del medico, meglio se esperto della materia. Poi come è “d’obbligo dire”, gli integratori non sostituiscono una dieta varia ed equilibrata: detta così è una frase che dice poco, ma ha anche un senso ulteriore. Negli studi che dimostrano il problema degli integratori (STO PARLANDO DEI MULTIVITAMINICI, QUELLI DA BANCO, SINTETICI, NON STO PARLANDO DI CURCUMA O SILIMARINA), si spiega che il problema dell’eccesso di vitamine non c’è o è comunque trascurabile se invece si mangiano grandi quantità di verdure. Cioè le vitamine (RIBADISCO PER CHI LEGGE, PARLO DI VITAMINE SINTETICHE, CHE NON SONO GLI INTEGRATORI CHE INTENDO IO) se le assumi in grande quantità dall’alimentazione va bene, dai multivitaminici sintetici no. Ricordo uno studio con alte dosi di vitamine SINTETICHE e il risultato era disastroso. La cosa non mi sorprende. In definitiva: sì agli integratori naturali (con buonsenso e informazioni), sì alle verdure, ai centrifugati di verdura, risparmiamo invece soldi sui multivitaminici sintetici da banco che – per quel poco che vale il mio parere – possiamo lasciarli dove sono ed investire, se proprio, su altro.