SLA e diabete – Avevo scritto di glicemia non molto tempo fa, per citare uno studio che vede lo stato pre-diabetico (e ancor peggio quello diabetico) come uno dei fattori di prognosi negativa. Evidentemente me la sono tirata. Non ho ancora capito se ho un fiuto eccezionale per le rogne in arrivo, o se più banalmente porto proprio sfiga: beh fatto sta che dopo aver parlato del rapporto tra glicemia e sopravvivenza nella SLA, mi dicono che i valori degli zuccheri nel sangue di mio padre destano più di una preoccupazione. “Impossibile” – ho tuonato – io che bombandolo di integratori ero certo di non incorrere, per lo meno, in complicanze di questo genere. E poi non ha mai avuto cazzi e mazzi di questo tipo, anzi con la malattia lo avevo messo a dieta (finchè poteva alimentarsi) e tutti i valori erano eccezionali. Eppure era tutto vero: da qualche mese un 170 a digiuno. Ripetiamo le misurazioni, facciamo la curva glicemica a digiuno e non solo, per giorni. Tre ore dopo la nutrizione è a 220. Ho tirato tante di quelle parolacce che non hai idea, ero incavolato come una bestia: da un lato mi sentivo tradito dai miei integratori, “che diavolo vi compro a fare? Siate maledetti!” andavo imprecando, dall’altro ero preoccupato perchè il diabete predispone ad un aumento di rischi che proprio non ci volevano. La stessa scienza, infatti, aveva registrato una diminuita sopravvivenza nella SLA in caso di diabete e pure di pre-diabete. Quest’ultimo era, al momento, lo stadio in cui collocare mio papà.
Il timore di passare da pre-diabete a diabete era fondato: quasi una naturale conseguenza. I medici mi dicono che purtroppo c’è poco da fare, che sono cose che ci stanno, che si può vedere cosa succede switchando da una nutrizione enterale (per Peg) “classica” ad una per diabetici; dopo di che si sarebbe valutato l’impiego di farmaci. L’ho presa come una sfida personale, mi fumava il cervello dal nervoso, ero fuori di me.
Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.
Lo switch della nutrizione ha dato un piccolo segno verso il basso, ma ahimè trascurabile (la composizione della miscela giallo-marrone non era in effetti molto diversa, qualche punto percentuale di carboidrati in meno e via andare…). A furia di far frullare il cervello, ho pensato che fosse opportuno un piano “SLA e diabete” su due fronti:
- Calorie: visto che il problema cachessia è stato da tempo sconfitto, un taglio calorico non avrebbe fatto male. Magari concentrando l’alimentazione la mattina fino alle prime ore dopo mezzogiorno, in modo da lasciarlo a secco di nutrienti dalla metà del pomeriggio al giorno seguente. Una sorta di mima-digiuno. Chi se ne intende, sa di cosa parlo.
- Integratori: vero che sono arrivato ad odiarli – alla notizia dello stato pre-diabetico – ma terminate le imprecazioni mi sono messo sugli studi ufficiali per cercare di capire se vi fosse qualcosa in grado di darmi una mano. E c’era.
Tornai ben presto a dire parolacce quando – leggendo le pubblicazioni su diabete ed integratori naturali – ho scoperto che 9 su 10 erano sostanze che già stavo usando! “E allora che cavolo faccio, se le sto già usando e gli è quasi venuto il diabete?“, ho pensato sbuffando. Molte volte, però, mettendosi giù con calma e lasciando da parte incazzature ed inutili agitazioni, qualche soluzione o idea salta fuori. Per prima cosa mi sono detto che potevo valutare di aumentare le dosi, rimanendo entro i dosaggi di non-tossicità ma calcando ulteriormente la mano, seguendo anche le indicazioni riportate negli studi. In seconda battuta ho cercato – e trovato – quelle (poche) sostanze che ancora non avevo impiegato. Insomma tra nuovi integratori ed il ricalibrare i dosaggi di quelli già in essere ho costruito il mio protocollo d’assalto e ne ho parlato coi medici che seguono mio padre. Mi hanno dato il via libera quando, nell’arringa della mia tesi, ho chiosato con: “e dunque Voi, esimi quasi-colleghi, non penserete mica che mio padre – con tutte le rogne che ha addosso – morirà per la troppa curcuma o per il resveratrolo? Non saranno gli omega3 a dargli il colpo di grazia! Suvvia!“. Col semaforo verde dei dottori, ho così cominciato a picchiarci dentro come un fabbro.
Zitti zitti, settimana dopo settimana, i valori delle misurazioni hanno cominciato a calare. Calavano di un po’, per poi stabilizzarsi, e poi ancora un pochino più giù. Una sorta di scala, ma sempre a scendere e mai a salire. Non ero contento perchè volevo di meglio e non lo sono tuttora. Nè penso che sia finita qui: semplicemente, scrivo questo post poichè ora è passato un tempo sufficiente per poter trarre delle prime e temporanee conclusioni.
Ha funzionato! O meglio: sta funzionando, non diamola per fatta.
Ti do qualche numero. Eravamo partiti da un 170/180 a digiuno, fino agli oltre 220 dopo la nutrizione. Dopo le prime settimane siamo scesi a 150-140-130 a digiuno e 170-190 dopo la nutrizione. La misurazione di oggi mi dà 120 a digiuno e 142 dopo la nutrizione: è ancora stato pre-diabetico ma ci stiamo avvicinando ai confini con la norma, mentre prima lambivamo il diabete vero e proprio.
Non posso negare di essere – oggi – molto più sollevato, anche se so bene di non poter cantare vittoria: è necessario proseguire con il protocollo e con le rilevazioni, sperando che il trend in discesa si confermi settimana dopo settimana. Non è scontato, anche se – come hai capito – per ora non ci si può lamentare e anzi, è un mezzo-colpaccio. Fallo diminuire tu il diabete, senza un farmaco, riducendo di poco le calorie e soprattutto lasciando quasi inalterata la loro composizione! 😀
Prima di chiudere voglio tentare di spiegarti con parole mie ciò che ho capito del diabete di tipo 2, la variante più comune e che stava/sta per manifestarsi in mio padre. Praticamente quando mangi introduci degli zuccheri, questi vanno nel sangue ed il tuo pancreas produce dell’insulina per tenere i valori glicemici sotto controllo. Ad un certo punto della vita qualcosa salta e succede che di insulina ne produci in quantità inferiore e – inoltre – quella che “fai” funziona pure di meno, avendo perso d’efficacia (insulino-resistenza). Morale della favola? Ti ritrovi con livelli di zuccheri nel sangue eccessivi e da lì ne derivano un sacco di possibili magagne. SLA e diabete insieme non rappresentano una combinazione del tutto infrequente.
Nei prossimi articoli ti spiegherò da dove si pensa sia venuto questo cazzo di diabete e, più nel dettaglio, come sto tentando di affrontarlo.
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