SLA e alimentazione – Ne parlo da quando, a giugno 2015, ho iniziato a dare vita a questo blog. Si tratta del primo tema che mi ha affascinato e – pur con l’ignoranza del profano – ho cercato di capirci qualcosa. Sempre, però, cercando di attenermi alla scienza ufficiale scartando istrioni o pseudo-complotti che non riescono ad affascinarmi. Tutto quel poco o tanto che so sul tema l’ho condiviso qui, in particolare nella categoria “Alimentazione e integratori” dove spiego cosa ho imparato, che stile alimentare preferisco e soprattutto perchè. Ho formato le mie opinabili opinioni con la lettura e la ricerca; niente atti di fede, insomma.


Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.


In questo post non rivelerò molto di nuovo rispetto a quanto ho già scritto anni fa, semmai porterò una ulteriore conferma. La fonte sono naturalmente gli studi scientifici (vedi qui).

Da quando ho mio malgrado iniziato ad interessarmi di SLA, cosa di cui avrei fatto volentieri a meno, ho immaginato ben presto che il cibo potesse essere un’arma (a doppio taglio, a seconda di come la si impiega). Nello studio recentissimo che ho linkato qui sopra si analizza il rapporto tra sopravvivenza del malato di SLA e l’introito di macronutrienti.

Per tirare le cuoia il più tardi possibile devi mangiare carne o gelati? Per resistere al meglio… l’ideale sono i biscotti, la pastasciutta o il petto di pollo?

Se già mi segui e conosci il mio blog puoi tornare a fare quel diavolo che stavi facendo prima di cliccare sul mio articolo, diversamente ti conviene perdere qualche altro minuto e approfondire. La prima cosa che ti consiglio è di dare un’occhiata a tutti gli altri miei post sull’argomento SLA e alimentazione, di modo che tu possa inquadrare quest’ultimo come l’ennesimo tassello che compone una teoria ormai sempre più nitida.

SLA e ALIMENTAZIONE

Vabbè, veniamo al dunque. Parametrando il tempo di sopravvivenza e il tipo di nutrienti ingurgitati dall’ammalato di SLA, la statistica ci dice che per vendere cara la pelle è bene mangiare proteine e grassi (quelli salutari, non le merendine, beato cielo!), correlazione che invece non c’è con i carboidrati. Questo converge con quanto già sapevo e ho condiviso da un secolo su SLAffanculo.it. Numerose sono appunto le ricerche in tal senso, che sembrano suggerire per le malattie neurodegenerative una nutrizione a base di carni magre, di pesce, di verdure, grassi buoni (olio di oliva extravergine, omega3, ecc.) e povere di roba infiammatoria o alimenti ad alto indice glicemico come gli zuccheri semplici (il riso), le farine ed i cereali, peggio ancora se raffinati.

Ora ti prego di non scrivermi in privato per considerazioni grossolane, del tipo: “io mangio esattamente quelle cose ma la SLA va avanti lo stesso” oppure “io trangugio solo pizze e brioche e la mia SLA è lentissima comunque“. No, dai, non voglio fare l’antipatico: semplicemente desidero che chi mi legge faccia funzionare il cervello. Tanto i neuroni delle facoltà cognitive la SLA non li intacca, quindi non hai scuse. Cosa voglio dire? Che l’alimentazione così come certi integratori o i farmaci possono tentare di tirare il freno. E’ fondamentale, oserei dire vitale. Ma i miracoli sono un’altra cosa. Per questo ogni mossa che intraprendi (se sensata!) potrebbe sì contribuire a rallentare la malattia, partendo però dal tipo di patologia e di decorso – quanto a velocità – che la sorte ti ha appioppato.

Io non ho verità in tasca, i miei sono sempre e solo pareri personali non qualificati. Spero almeno di averti stimolato a riflettere sulla base di quanto la scienza (quella ufficiale!) sta scoprendo. Conosco molti pronti a dare battaglia e a spendere migliaia di euro l’anno per farmaci che – seppur utili e approvati – possono fare poco se non diminuire un filo la velocità di progressione. Capisci che se poi mangi pure male rischi di andare a vanificare anche quell’effetto che il farmaco riesce a produrre faticosamente e – magari – pure a caro prezzo. Mangiare bene è gratis e non devi pregare Iddio di essere sorteggiato in una sperimentazione, come succede per le pastiglie. Lo puoi fare da subito. A meno che tu non sia ferrato lascia stare il fai-da-te, che poi finisci per mangiare male e crearti più rogne di quelle che hai. Un medico esperto saprà guidarti.

Bene, con l’auspicio di averti servito sotto il naso spunti utili ed interessanti su SLA e Alimentazione, ti ringrazio per la lettura e ti ricordo che queste informazioni sono il frutto di ricerche, traduzioni e condivisioni che potevo anche tenermi per me, limitandomi a copiare un link in inglese tecnico del quale non capivi una mazza. Quindi ecco, per premiarmi e sostenere il mio blog se lo ritieni utile, puoi leggere le due righe qui sotto in rosso. Se ti interessa ho anche scritto un primo eBook che trovi qui.


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