RADICUT e SLA – Come probabilmente già saprai, circa un anno fa è stato approvato – per la prima volta dopo 20 anni – un nuovo farmaco per la Sclerosi Laterale Amiotrofica: si tratta del Radicut (nome commerciale del principio attivo edaravone). Non è un trattamento miracoloso, può contribuire a rallentare la progressione della malattia in un certo segmento di pazienti. Infatti non è consigliato a qualunque malato, da lì la necessità di introdurre dei famosi criteri di somministrazione (che da maggio 2018 sono meno stringenti, ne parlo nel mio Libro).
La questione Radicut e SLA è stata molto dibattuta tra i pazienti e tra i familiari dei pazienti stessi. Anzitutto l’arrivo di una novità – dopo decenni – ha naturalmente portato entusiasmo e speranza, poi il desiderio di provare il medicinale quanto prima ha fatto il resto, tanto che addirittura – per accelerare i tempi – molti lo hanno importato dal Giappone a proprie spese per poi farselo somministrare a casa propria.
In questo articolo vorrei rispondere a una domanda che ho letto un sacco di volte online: il Radicut dopo quanto tempo fa effetto? Se lo chiedono in molti, ma nessuno ha la più pallida idea di quale sia la risposta e, di conseguenza, ne ho sentite di ogni. Siccome a me piace essere preciso e capire le cose a fondo, mi sono armato di pazienza (tanta) e buona volontà (altrettanta) e sono così andato a spulciare tutta la documentazione scientifica per rintracciare quale fosse lo studio che potesse toglierci il dubbio. Come ben sai non sono un medico, usa questo sito per spunti di riflessione razionali e soprattutto per meglio comprendere i consigli del neurologo.
Radicut e SLA: dopo quanto tempo agisce l’edaravone? Quando, cioè, se ne “vedono” gli effetti?
Pensa che c’è chi lo fa da due settimane e inizia a chiedere come mai non succede niente e non si intravedono miglioramenti. E non parlo di singoli casi: è pertanto evidente la carenza di informazioni. Beninteso, è comprensibile: non sono qui per giudicare ma per dare una mano a fare un po’ di chiarezza. Vediamo di dipanare la matassa. Per quanto riguarda la domanda in grassetto di poche righe sopra, ora c’è una risposta in una pubblicazione di fine 2017 (Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2017 Oct;. Post-hoc analysis of MCI186-17, the extension study to MCI186-16, the confirmatory double-blind, parallel-group, placebo-controlled study of edaravone in amyotrophic lateral sclerosis. Takahashi F 1 , Takei K 2 , Tsuda K 2 , Palumbo J 1,2 – link).
Premettono, di nuovo, che per essere in grado di rallentare la SLA è necessario l’utilizzo del farmaco in quei pazienti che rientrano nei criteri (2 punti per ogni voce della scala ALSFRS-R, FVC non inferiore a 80% e diagnosi da non oltre 24 mesi), diversamente non si avrebbe quasi alcun effetto. Riguardo alle tempistiche ci dicono che la SLA – a seguito della somministrazione di edaravone – comincia a pigiare un po’ sui freni dopo 6 mesi dall’averlo iniziato. Gli effetti maggiori – sostengono i ricercatori – si hanno proprio in un lasso di tempo compreso tra le 24 e le 48 settimane di infusione del farmaco. Inutile quindi assumerlo con trepidazione e, già dopo poche infusioni, iniziare a bombardare i social esclamando che il Radicut non fa niente o non si vedono benefici. Che poi pure sul discorso di “vederli”, i benefici, bisogna approfondire e capire esattamente ciò di cui stiamo parlando.
Spero di aver risposto in modo semplice e comprensibile al quesito su quanto tempo ci vuole perchè il Radicut nella SLA faccia effetto. Se ti interessa capire di più, allora sappi che il mio eBook è scritto senza termini difficili, lì ti spiego tutto quello che so sul Radicut, nel bene e nel male.
Ecco le principali domande delle quali troverai risposta nel mio eBook su Radicut e SLA:
Che cos’è l’edaravone (Radicut)?
Come agisce nei confronti della SLA?
Su chi può essere utile? E perché?
Che tipo di benefici può dare al paziente?
Dopo quanto tempo l’edaravone riesce a funzionare?
Perchè il neurologo può consigliarmelo?
Perchè il neurologo può sconsigliarmelo?
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A cosa servono questo sito e gli eBook qui pubblicati? Ad aprire una discussione critica per prendere decisioni supportate dalla razionalità e, soprattutto, a cercare di chiarire la terminologia spesso oscura della medicina, così da poter decifrare cosa sta dietro le indicazioni di un bravo neurologo. È lui a doverti guidare, io non sono un medico. La presente pubblicazione non ha carattere scientifico, né didattico, né di ricerca, ma è finalizzata ad aprire un dibattito tra pazienti e familiari (di pazienti) su temi che li riguardano. Per ogni approfondimento o iniziativa inerente la salute è necessario consultare il medico.