Come preannunciato sulla pagina FB di SLAffanculo, oggi torno a parlarti di metalli. Mi rendo conto di avere parecchi lettori nuovi, pertanto mi si consenta una premessa trita e ritrita: se vuoi capirci qualcosa sul serio, devi leggere i miei articoli nella rispettiva categoria del blog. Solo così potrai realmente farti una idea di cosa ti sto per raccontare. Comunque, facciamo un veloce riassunto.
Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.
Metalli pesanti e SLA
Si tratta di una correlazione molto dibattuta, talvolta smentita e più spesso confermata. Leggendo gli studi mi pare di aver afferrato che – generalmente – un collegamento generico vi sia. Poi quanto “pesi” sulla genesi di ogni Amiotrofica, chissà… Nell’iter della differenziale a mio padre ad esempio testarono il piombo, uno dei metalli più sospettati. Non trovarono nulla, fino a quando non cambiai metodo (seguito da ricercatori veri, non da quell’amico di amiocuggino…).
Il caso di mio papà – l’antefatto
Era l’ultimo trimestre del 2015 quando l’esito di un particolare esame individuò una vera e propria miniera insita in mio padre. Piombo su tutti, ma anche bario, tanto cadmio, alluminio, tungsteno e altri ancora. Tutti metalli che la scienza associa alla degenerazione neurologica. Poi se questi metalli rappresentino il 99% o il 12% delle cause sottostanti la SLA di mio papà non lo so, ma senz’altro hanno un ruolo ed era bene levarceli dalle scatole (me lo dicono sempre i ricercatori di una grossa università italiana). Attenzione: togliere metalli non rigenera motoneuroni stecchiti, però si ipotizzava di dare una mano tirando un freno ed intervenendo su quella che è una verosimile causa. Si voleva spegnere fiamme che alimentavano il rogo.
Sono un bel rompicoglioni e pure abbastanza maniacale, quindi non è che io provo a levar metalli senza capirci niente e poi smetto dopo 3 volte “perchè non ci sono miglioramenti”. Eh no, io quel che è razionale lo porto a termine, analizzandone contorni e sfumature. Un qualcosa che non dà risultati visibili ad occhio nudo, non è scontato non ne stia generando di importanti nella realtà. Beh, penso di aver stabilito un record indiscusso almeno a livello di SLA: ho chelato mio padre per oltre 3 anni, superando le 200 chelazioni endovena. Risultato? Eccolo, fresco fresco appena sfornato!
Esito dopo 3 anni di terapia
Metallo | Esito rispetto al limite |
Alluminio | 720 % |
Antimonio | 300 % |
Arsenico | 127 % |
Bario | 229 % |
Berillio | 0 % |
Bismuto | 0% |
Cadmio | 1375 % |
Cesio | 889 % |
Gadolinio | 5400 % |
Piombo | 2650 % |
Mercurio | 0 % |
Nickel | 200 % |
Palladio | 0 % |
Platino | 0 % |
Tellurio | 0 % |
Tallio | 480 % |
Torio | 0 % |
Stagno | 153 % |
Tungsteno | 1025 % |
Uranio | 1333 % |
E’ un bel dramma, porca di quella… Cosa significa tutto ciò? Come spiegavo negli articoli precedenti, l’esito non fotografa il livello di metalli nel tuo organismo, bensì quelli che vengono espulsi dopo una speciale sollecitazione. Quindi, cosa si evince? Semplice: che per quanti metalli abbiamo tolto di mezzo in 36 mesi, ne abbiamo ancora una montagna. A occhio, direi così. Impressionante e significativo, sostengono i ricercatori. Il numero di terapie è altissimo: se oggi abbiamo ancora dosaggi del genere, prima era un autentico disastro. E’ come se ti dessero una vanga, dicendoti di scavare finchè non trovi l’acqua. Se dopo 3 anni non vedi una goccia, allora partivi sull’Everest, non da una collinetta; mi spiego?
Considerazioni importanti
Ti lascio con alcune considerazioni sparse, utili per ricavare qualcosa da questa pazzesca vicenda, basandomi su ciò che ho letto negli studi scientifici e su quanto ho carpito dai ricercatori con cui sono in contatto.
- I metalli pesanti possono rappresentare la causa, una delle cause o una concausa della SLA sporadica. Molto dipende dal singolo caso;
- il piombo è uno dei metalli che ho visto essere associato alla morte dei motoneuroni. Alluminio, bario, cadmio non sono da meno, nè gli unici;
- togliere metalli – salvo rarissimi casi – non può consentire recuperi funzionali, arresti della malattia o miglioramenti di grande rilievo. Ciò può accadere – miracolosamente – se i metalli rappresentano la causa preponderante alla base della sintomatologia, se l’intervento è tempestivo e la quantità da togliere è tale da cavarsela in poco tempo. Qualcuno – lo rivelano le pubblicazioni mediche – si è tolto dall’impiccio SLA proprio con la combinazione della doppia C. Quale? Chelazione + Culo. Sì, serve anche questo: la prima C noi l’avevamo, la seconda decisamente no.
- Mio padre non ha effettuato alcun lavoro a rischio. Si ipotizza ad un possibile difetto genetico dei normali meccanismi detox di cui l’organismo è dotato: quel po’ di metalli che noi tutti ingeriamo/respiriamo – entro una soglia tollerabile – li espelliamo, lui potrebbe averli accumulati fino a 60 anni. Da lì, l’incendio…
- secondo i ricercatori, l’intossicazione di mio padre è particolarmente severa, così come lo è la sua forma di SLA. Parlano di “avvelenamento cronico”, mentre nella differenziale si cerca soltanto l'”acuto”. Giusto? Sbagliato? Nuova opportunità nel futuro? Lo vedremo.
- Vado avanti con le terapie? Sì, è razionale farlo, avendo – ahinoi – ben chiaro che per il miracolo siamo fuori tempo e c’è ancora troppo, troppo da scavare.
Una cosa è certa ragazzi. In un momento in cui non c’era nessuno che facesse da guida o consigliasse come risparmiare preziosissimo tempo utilizzando una scorciatoia, ho perso una marea di mesi. Ogni cosa che ho fatto, è stata il frutto del mio impegno, delle mie notti insonni. Molti non hanno la percezione di cosa c’è dietro ciò che scrivo: si manda una mail a questo blog e via, massimo risultato con il minimo sforzo.
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