In questo periodo tutte le attenzioni sono rivolte al Coronavirus: spesso a ragione, talvolta – lo dicevo – anche per psicosi.


Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.


Raccontavo di come le misure anti-COVID si siano fatte stringenti, nell’ospedale in cui ci troviamo. Tutto giusto, ci mancherebbe altro! Eppure, agli amici che mi chiedevano notizie preoccupati per mio papà, ho sempre risposto – già in tempi non sospetti – che nel caso specifico il virus non rappresentava la prima minaccia in ordine di importanza. Ciò non significa sottovalutarne la portata, semplicemente essere consapevoli che – per la situazione di mio padre – la COVID19 (che non sta per Coronavirus, bensì per COronaVIrus Disease 19, ovvero la malattia che ne consegue) non è mai stata ai primissimi posti su una ipotetica scala di sventure. Sul podio annovererei piuttosto infezioni del tratto respiratorio, complicazioni cardiache, cachessia, blocchi renali ed altre grane di varia natura. Hai capito cosa intendo? Fare attenzione al virus sì, non ci piove, ma senza dimenticare che un paziente “un po’ avanti con la SLA” presenta fattori di rischio più incombenti.

Manco a dirlo, e puff… Pubblico il mio post dalla stanza d’ospedale come spesso accade, solo che oggi sono bardato non solo di mascherina per le misure di cui sopra, ma anche di un camice monouso e devo sottostare ad una serie ulteriore ed interminabile di regole e accortezze. Per il virus? Macchè, per uno stafilococco di origine ospedaliera che gli ha colonizzato l’accesso venoso, dall’esterno. Lo racconto per cronaca, senza polemica verso i sanitari che fanno effettivamente il possibile contro le infezioni nosocomiali. È capitato. Punto.

Il batterio è resistente a quasi tutti gli antibiotici e trovandosi nel catetere venoso c’è l’eventualità non remota della setticemia. Una rogna… di quelle rognose! Non so come ne usciremo, ho colto una certa tensione nelle parole della dottoressa che mi ha informato circa l’esito del tampone.

Vabbè, inutile adesso mettersi a pensare ai funerali, tra l’altro vietati. E poi le agenzie di pompe funebri hanno fatturato abbastanza, quindi vediamo di reagire.

La buona notizia – ma vale giusto per il momento in cui scrivo – è che mio papà non sembra star male e non accusa segni&sintomi di qualcosa di grosso.

Ero contento, stava proseguendo un periodo incredibilmente lungo e ben al di sopra della nostra media, ne avrei parlato nelle prossime settimane. E invece… l’imprevisto era lì, dietro l’angolo.

Che Dio ce la mandi buona. Keep Fighting!


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2 Comments

  1. Mi dispiace, speriamo bene. Mio padre sara’ ricoverato domani per la prima volta. Sembra quasi contento, diceva che non ce la faceva piu’, perche’ la tosse che non riesce a fare non lo lascia in pace. Gli daranno la macchina per la tosse. Speriamo bene di nuovo. Comunque capisco che il pericolo coronavirus sia rappresentato soprattutto dal fatto che non si sa come curare. Quel che mi irrita pero’ e’ che le infezioni prese in ospedale sono molto comuni, tuttavia non fanno scalpore.

  2. In bocca al lupo per il ricovero.

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