Di recente due abstract pubblicati hanno attirato la mia attenzione per quanto riguarda le cause della SLA. D’altronde se mi segui lo sai: gli studi pubblicati me li leggo sempre tutti, quindi difficile che me ne scappi uno. E qui sono due (fonte 1 e fonte 2).


Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.


La storia di mio papà – per quello che è possibile desumere – sembra calzare a pennello con quanto ti sto per citare: due ricerche che tentano di far luce sull’origine della Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Nella prima si conferma ciò che io sostengo da un pezzo, ovvero che probabilmente la maggior parte della SLA sono il frutto della somma diabolica di fattori scatenanti. Cosa dicono gli scienziati? Che tolto il fatto che ognuno ha un patrimonio genetico più o meno predisponente e al netto del fatto che con l’avanzare dell’età qualcosa prima o poi deve per forza andare storto, fisiologicamente, sarebbe evidente che l’incidenza di agenti esterni nell’insorgenza della malattia è più o meno determinante. E quali sono queste rogne esterne di cui parlano? Esposizione a metalli pesanti, cianotossine (ricordi i cianobatteri di cui ti ho parlato nel mio libro? Lo trovi qui) ed infezioni! Poi fanno accenno anche all’alimentazione, un aspetto che può contribuire nel prevenire o – al contrario – predisporre a finire male. Cioè se tu guardi le “categorie” in cui ho suddiviso il mio blog nel 2015, corrispondono praticamente a quanto oggi – 2018 – i ricercatori stanno sostenendo.

CAUSE DELLA SLA (di mio padre), alcune ipotesi fondate.

Che mio padre avesse qualcosa che non quadrava a livello infettivo lo avevo intuito che era ancora l’anno dell’esordio dei sintomi, il 2014. Tramite alcuni esami particolari per i quali inizialmente mi ridevano dietro – mentre poi via via ho avuto riscontri ufficiali – avevo scoperto che era stato punto da una zecca, la quale aveva trasmesso infezioni che possono portare complicazioni neurologiche, tra cui la famigerata Borrelia; persino il manuale Merck (la “bibbia” della medicina ufficiale) la identifica come uno step della diagnosi differenziale della SLA. C’era poi attivo un Micoplasma, proprio nel periodo dell’esordio: un altro batterio che negli studi viene correlato all’Amiotrofica.

Infine, il discorso metalli pesanti. Ricorderai che durante il percorso diagnostico nel grande ospedale del Nord dove poi arrivò la tegola con la conferma della SLA, avevano misurato il piombo pur senza trovarlo. Tramite un’infinità di indagini e sempre all’interno della medicina (non mi ispirano le teorie troppo alternative) abbiamo invece certificato che mio padre di piombo ne era pieno zeppo. Poi da qui a dire quale dei due filoni rappresentasse quello più interessante vallo a capire. Un altro bel casino.

Se ancora non sai la storia e vuoi capire come è andata e soprattutto i possibili “perchè”, beh inutile che ti scrivo tutto in questo post; ti invito quindi a leggerti il blog in ordine cronologico.

A proposito di metalli, l’altro studio nuovo di pacca che hanno pubblicato spiega una cosa assai curiosa. E’ la stessa che avevano ipotizzato dei ricercatori di una importantissima università italiana a seguito degli esiti sconvolgenti sul piombo di mio papà. Non avendo svolto alcun lavoro a rischio, ci si chiedeva dove diavolo avesse preso tutto quel metallo. Una ipotesi plausibile era un eventuale difetto genetico nei normali meccanismi di detossificazione di cui l’organismo è dotato. Che significa? Ognuno di noi è in grado di smaltire determinati inquinanti, come appunto i metalli pesanti, naturalmente quando la loro contaminazione è entro alcune soglie (se respiri dentro una fornace, non è che i tuoi meccanismi detox possano fare granchè. Ma non era il caso di mio padre). Se però un tizio avesse un problema a monte in tale ingranaggio di difesa, ecco che potrebbe col passare degli anni accumulare, accumulare ed accumulare, fino a quando poi scoppia l’incendio. Bene, la ricerca cui facevo riferimento prende in considerazione il corredo genetico umano deputato al far funzionare a dovere i processi di detossificazione. Hanno scoperto che nei pazienti SLA la questione non è trascurabile: avrebbero individuato una percentuale importante di malati il cui sistema detox era compromesso, a monte. Ciò avrebbe portato, col passare degli anni, ad accumulare ciò che invece – di norma – viene smaltito. E poi, raggiunto il punto critico, metalli & company presentano il conto che – in questo caso – lo pagano i motoneuroni.

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