Caro amico e compagno di sfiga, eravamo rimasti a maggio 2014: me ne uscivo tanto contento quanto pensieroso dopo il primo incontro con il Dott. Mozzi.
Nelle settimane seguenti ho messo a punto ciò che a mio padre fosse consentito ingurgitare e quello che invece andava bandito al pari del più letale veleno. Da curioso quale sono ho comunque frugato un po’ dappertutto alla ricerca di qualcosa che magari ancora non sapevo. Avevo già capito che per la SLA, la sola alimentazione era il punto di partenza per l’elaborazione del piano di guerra, non quello d’arrivo.
Ricorda sempre che non sono un medico, quanto leggi in questo sito è solo il racconto di una storia e del mio parere personale. Per informazioni attendibili e per qualsiasi iniziativa devi consultare un medico.
Uno dei primi che decido di contattare dopo Mozzi è un ragazzo che avrà qualche anno più di me. Non sapevo chi fosse, ma ricordavo di averlo visto in televisione alcuni mesi prima a Le Iene, dove – nel contesto di un servizio più ampio – veniva mostrato un breve estratto di una conferenza nella quale lui era uno dei relatori. Ero certo fosse un biologo e mi rimase impresso perchè si vedeva che era uno sveglio, era questa la gente di cui avevo bisogno. In meno di mezz’ora rintraccio nome e cognome e gli scrivo. Il giorno dopo mi risponde gentilissimo: precisa che la sua specialità è il cancro e non la Sla; “fanculo – ho pensato – lo sapevo io che era meglio un tumore!“. Leggo d’un fiato la sua mail e mi rendo conto che alla fine, pur non diversificando per gruppi del sangue, quel che mi consigliava era una dieta in stile Mozzi. Ha aggiunto di preparare qualche bel centrifugato e di assumere 3 integratori. Attenzione, non mi stava rivelando l’elisir di lunga vita o la pozione magica per guarire dalla SLA: mi stava indicando una serie di alimenti per sostenere al meglio l’organismo.
Sui centrifugati ero ferratissimo, possedevo infatti da un annetto una centrifuga con cui di tanto in tanto mi sparavo un succo di verdura e poca frutta. Ah, le migliori centrifuge sono quelle della Philips, non si discute. Te lo dico perchè se un giorno ne vorrai acquistare una, so di farti risparmiare tempo e denaro. Che le Philips fossero le top lo avevo già capito spulciando nelle recensioni prima dell’acquisto. Dopo la prima Philips, me ne serviva una seconda; ho optato per una di altra marca, attratto dal prezzo più competitivo; e sì che sono uno che conosce le logiche commerciali, ma anche io come tutti quando sono dal lato consumatore, subisco il fascino idiota del prezzo basso. L’ho dismessa in 15 giorni, portata in discarica e in 24 ore ecco che procedo con un nuovo acquisto, stavolta ancora della Philips e non me ne sono pentito. (Messaggio per la divisione Marketing Philips: la miglior pubblicità è oggi quella dei cosiddetti influencer. Per questa volta ve l’ho fatta gratis, ma che non diventi un’abitudine :-), le vostre centrifuge io le ho pagate!).
Ma torniamo a noi: alla dieta quindi andavano aggiunti dei succhi centrifugati ed io ero già competente in materia. Bene! Infine il biologo consigliava 3 integratori. Non mi colse impreparato: nonostante a giugno ’14 mancassero ancora due mesi pieni alla diagnosi, stavo già cercando integratori utili come un cane da tartufi cerca appunto… tartufi! Mio padre ne sapeva qualcosa, avendo iniziato da una ventina di giorni a cuccarsi capsule di curcuma e altre di alga spirulina ogni giorno. La curcuma è un buon antinfiammatorio e ha effetti benefici sul cervello, mentre la spirulina è un alga che parrebbe proteggere – grazie ad azione doppia antinfiammatoria ed antiossidante – proprio i motoneuroni! Che colpo, eh? Mi sentivo potente! A livello di dieta ero a posto, a livello di succhi pure, ad integratori pensavo di essere ben messo e poi mio padre oltre alla voce nasale e alle fascicolazioni non aveva nient’altro, si muoveva ancora che era una meraviglia. Inoltre, dopo i primi due che avevo sentito (Mozzi e il biologo) speravo di poter mettere all’angolo la belva di cui ancora non sapevamo il nome, insomma vivevo una fase di cauto ottimismo. Tieni presente che parliamo di oltre un anno fa, quando ero sì appassionato di alimentazione e diete salutari, ma di SLA – nello specifico – non sapevo una mazza. Ma… ero pur sempre uno che le sfighe le conosceva tutte, quindi in simbiosi con quel cauto ottimismo conviveva anche una certa irrequietudine di sottofondo: mi ripetevo che così era fin troppo facile e qualcuno – nei 5 continenti – ce l’avrebbe fatta e lo sapremmo già. Per quanto riconosco di essere stato parecchio sveglio, non potevo essere certo il primo che per la SLA considerava una dieta, un po’ di curcuma, un succo e due capsule di un’alga. E allora, questi sopravvissuti, dov’erano? Semplice: non c’erano!
Ancora una volta mi trovai a pensare che per giocarsi almeno una chance contro questa fottutissima malattia serviva dell’altro da aggiungere. Per prima cosa dovevo completare il quadro alimentare e verificare se quel che sapevo sul cibo era tutto o se c’era dell’altro; c’era! E non sai che due coglioni, quante cose a cui prestare attenzione! Nel prossimo pezzo di questa categoria (Alimentazione) inizierò a parlarti più specificatamente di diete e di quello che so.
Se ti piace leggermi e puoi aiutarmi a combattere questa tremenda sfortuna che si è abbattuta sulla mia famiglia, ti prego di leggere la pagina SOS-TIENIMI.