Anni fa ti avevo raccontato di una pubblicazione ufficiale che identificava un cluster di malati di SLA in un villaggio delle Alpi francesi, ne parlai nel mio libro sul Simposio 2017 perchè lo studio fu presentato in quell’anno al meeting di Boston sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica.
In quel piccolo paesino di montagna, infatti, si erano registrati troppi ammalati rispetto alla media attesa, in una finestra temporale relativamente limitata. Gli scienziati avevano preso in esame cosa quei pazienti potessero avere avuto in comune, visto che tra le nuove diagnosi c’erano abitanti e/o frequentatori dello stesso villaggio. Addirittura si ammalarono tra vicini di casa. Esclusa la pista genetica, si passò a varie indagini che non portarono ad una conclusione univoca ma a sospetti su alcuni possibili contaminanti (piombo, ad esempio).
Una recentissima pubblicazione (fonte) ci rivela un nuovo capitolo della storia. Dei 14 casi di SLA diagnosticati tra il 1990 ed il 2018 in quel paesello di poche anime, pare che prima dell’insorgenza della patologia tutti si fossero cibati di Gyromitra gigas, un fungo velenoso simile ad altri invece commestibili. Metà dei pazienti ricordava anche una sintomatologia acuta, proprio dopo l’ingestione.
La nuova ipotesi è pertanto – almeno per questo cluster specifico – la seguente: il consumo di funghi non commestibili potrebbe aver svolto un ruolo decisivo nello sviluppo di così tanti casi di SLA nel territorio, a causa delle neurotossine presenti nei funghi.
Fermo lì: ora non commentarmi scrivendomi “impossibile, mia madre ha la SLA eppure non ha mai mangiato funghi!”. La malattia è di origine multifattoriale, così almeno ci dice la scienza ad oggi. Significa che le cause sottostanti possibili sono più di una e, parimenti, vi possono essere fattori di rischio che non costituiscono una certezza di ammalarsi (o non-ammalarsi, se non presenti), ma solo una probabilità in più (o in meno). In questo caso particolare, però, una causa importante potrebbe essere stata individuata, della quale andrà capito poi il peso (fattore di rischio o causa vera e propria?).